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vivere il presente con gioia

By Settembre 7, 2018 No Comments

umbrella-1588167_1280Vivere il presente e riappropriarsi del “noi”: ecco come ritrovare la gioia

 

La gioia non è la felicità. La gioia è continua ed è legata al noi, alla condivisione ed alla capacità di trovare il “ben d’essere” anche in situazioni difficili e dolorose. La felicità, invece, è la risposta individuale ad uno stimolo, senza il quale, quindi, non potrebbe e non può sussistere. E’ legata prettamente all’io e non implica una visione d’insieme.

Dobbiamo, quindi, tornare alla dimensione del “noi”, dobbiamo essere capaci di guardare all’orchestra e non al singolo suonatore, dobbiamo saper vivere e godere del presente, perché solo vivendo l’hic et nunc e non proiettandoci nostalgicamente verso il passato o il futuro, possiamo gioiosamente e saggiamente vivere la vita.

Così, Vittorino Andreoli, in una delle sue opere, intitolata  “La gioia di vivere”, invita i lettori ad affrontare la vita. Edita nel 2016, quest’opera risulta essere ancora molto attuale, soprattutto alla luce dei dati resi noti da Istat ed Eurostat che dicono che in Italia quasi 2,8 milioni di persone soffrono di depressione e di mal di vivere.

In questo libro, il celebre psichiatra parla di un uomo contemporaneo in difficoltà, un uomo che sente la fatica di vivere e che ha dubbi sulla propria identità e, allo stesso tempo, spiega come reagire e, passo dopo passo, ritrovare la gioia di vivere e di pensare.

Andreoli indica una strada per ritrovare il contatto con se stessi, i propri sentimenti e i propri obiettivi, per riscoprire la gioia di vivere, la capacità di relazionarsi con gli altri e di coltivare legami affettivi. Un percorso fatto di piccoli passi, per consolidare equilibrio e saggezza.

Ma quali sono le cause principali che provocano una perdita della gioia e che allontanano l’uomo da questo sentimento? Secondo lo psichiatra, l’epoca contemporanea è dominata dal denaro e dalla falsa convinzione che, attraverso di esso, si possa avere tutto. Nelle società arricchite, secondo lui, i legami sentimentali, che vanno dalla solidarietà all’amore, sono stati sostituiti con il denaro e si pensa che la sicurezza derivi esclusivamente da esso. Avere denaro significa avere il potere di fare ed avere tutto, vuol dire materializzare ogni cosa e comporta il mettere in atto meccanismi che allontanano sempre più da questo nobile obiettivo.

Per rendere più efficace il suo messaggio e per suffragare la sua teoria, Andreoli cita nel suo libro un’opera esemplare di Dominique Lapierre dal titolo “La città della gioia”. Attraverso un viaggio nella città indiana di Calcutta, lo scrittore e filantropo francese, descrive una società poverissima e mostra come, nonostante la povertà e l’indigenza, vi siano legami forti e vitali tra le persone. Mette in luce come si possa vedere il mondo senza passare necessariamente attraverso il simbolo o la realtà del denaro. Dimostra, quindi, come si può avere un cuore gioioso avendo poco o nulla.

La gioia di vivere permette, quindi, a Vittorino Andreoli di mettere al centro della sua riflessione la contemporaneità, traendo spunti e suggerimenti dalla sua esperienza lavorativa sia con i malati psichiatrici sia con le persone normali che vivono le loro paure e loro angosce. Lo psichiatra evidenzia come si sia ormai diffuso un senso di sofferenza e come la società sia in crisi.        Se il mondo non cambierà, bisognerà modificare la visione che si ha del mondo ed introdurre quello che Andreoli definisce “un pessimismo attivo”. Dovranno, quindi, essere scalfiti i parametri tradizionali e dovrà essere introdotto un modo nuovo di osservare la realtà e di stare al suo interno. Senza questo cambiamento epocale gli uomini non potranno essere gioiosi e perderanno la bellezza della loro vita e del loro presente.

L’opera si potrebbe, infine, riassumere in due massime che  esprimono la filosofia di Vittorino Andreoli  “La gioia la si fa e la si costruisce su misura di ciascun uomo e di ciascuna esistenza” quindi “ Io sono infelice ma gioioso”. Uno spiraglio aperto per una riflessione profonda, uno spunto per un’osservazione diversa della propria vita, un invito a sorridere, anche quando tutto sembra remar contro.

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Dalida Panseri

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